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Nell’alto dei cieli

by Bee
17/04/2019
in Non solo particole

In Israele esistono delle Leggi Fondamentali, sancite dal Parlamento, che fungono da ordinamento giuridico. E, parallelamente, esistono delle leggi religiose, sancite dagli haredim (gli ebrei cosiddetti ultraortodossi), che vengono rispettate dall’intera comunità per tradizione.

Queste “leggi” vengono stabilite interpretando alla lettera i testi sacri. Spaziano dall’abbigliamento al cibo, dalle forme di intrattenimento alle relazioni interpersonali, e spesso riguardano le donne, decretando cosa queste possano e cosa non possano fare in presenza degli uomini. Soprattutto è proibito alle donne condividere gli spazi maschili.

Tra i tanti luoghi in cui, secondo gli ultraortodossi, le donne dovrebbero essere confinate in un’area specifica che impedisca loro di mischiarsi con gli uomini, figurano gli aerei.

Quando un haredi sale sull’aereo e scopre di essere seduto di fianco a una donna, immancabilmente protesta e pretende che lei venga spostata. Il personale di volo, sapendo che l’uomo non accetterà mai né la vicinanza con la donna né di cambiare posto perché quello che ha acquistato è suo di diritto, risolve il problema chiedendo alla passeggera di spostarsi. Gli altri viaggiatori, infastiditi dall’inevitabile ritardo e consapevoli che l’haredi non si calmerà finché la donna non verrà spostata, fanno pressione su di lei perché lo assecondi.
Essendo la pratica nota e tollerata da tutti, le donne sanno che il loro posto sull’aereo è suscettibile di variazioni fino al decollo, e sono ormai abituate a spostarsi su richiesta – come sono ormai abituate a spostarsi sull’autobus, in ospedale, al cinema, ai funerali, davanti al Muro del Pianto…

 

Nel 2015 fece scalpore il caso giudiziario di Renee Rabinowitz, una donna israeliana che, dopo aver dovuto cambiare il proprio posto per sottostare alle pretese di un connazionale ultraortodosso, fece causa a El Al, la compagnia di bandiera.
Supportata dall’IRAC (Israel Religious Action Center, un’organizzazione composta soprattutto da donne che dalla fine degli anni ’80 lotta contro l’estremismo religioso e la segregazione di genere), Rabinowitz intentò causa per discriminazione di genere.
Vinse nel giugno del 2017, venne risarcita e stabilì un precedente giudiziario a cui oggi le compagnie aeree dovrebbero prestare attenzione (ben poche vi si attengono, in realtà).

Proprio per sensibilizzare compagnie e passeggeri sull’argomento, durante la pasqua ebraica l’IRAC ha presentato una campagna contro le discriminazioni di genere che ha coinvolto anche l’aeroporto di Tel Aviv.

Un cartellone invitava le donne a non cedere il proprio posto, spiegando che la pratica è illegale e che nessuna deve essere obbligata a seguirla.

“Signore, vi preghiamo di prendere posto… e di tenervelo stretto!”

L’autorità aeroportuale israeliana, dopo un iniziale consenso, ha deciso di non permettere l’affissione del manifesto per evitare, secondo il comunicato stampa, “qualsiasi pubblicità che sia politica o divisiva”.

Le discriminazioni basate sui testi sacri, evidentemente non essendo “divisive”, possono continuare indisturbate.

Tags: discriminazionedonneebraismofondamentalismo
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Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.

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