Da mesi nel Museo di Haifa, in Israele, è in corso un’esposizione dell’artista Yanni Linonin intitolata “Beni sacri”.
La mostra ospita diversi Gesù in croce in cui la figura del Cristo è messa in parallelo con il consumismo sfrenato, ad esempio rappresentandolo con le scarpe da tennis e le borse per lo shopping, come bambolotto della Mattel nella tipica confezione rosa shocking, o con il vestito da clown di Ronald McDonald.

Per l’Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa, questa mostra è “offensiva” e va pertanto rimossa.
Il portavoce Wadie Abunassar esprime il proprio rispetto per la libertà d’espressione e si dichiara d’accordo con l’intento dell’artista di criticare la società consumistica, ma ritiene che “l’abuso dei grandi fatti della nostra religione cristiana è inaccettabile” e che la mostra abbia fatto arrabbiare molte persone, “cristiani e non cristiani”.
Da ieri si stanno ammassando davanti al Museo centinaia di manifestanti che intendono forzare l’ingresso per distruggere le opere in questione. Le notizie giunte finora parlano di lanci di sassi contro i poliziotti incaricati di fermarli, e di tre feriti tra le forze dell’ordine.

Questa notizia è solo l’ultima di un’infinita serie di notizie simili, che giungono ogni giorno da tutto il mondo, ma mi ha particolarmente colpito perché arriva proprio mentre stiamo organizzando la riunione di febbraio del gruppo di lettura “we LAIC books”. Riunione che verterà su tre testi nei quali si prende in giro proprio la figura di Gesù.
Mi colpisce molto dover ammettere che, nella cattolicissima e a livello istituzionale raramente laica Italia, si possa in realtà sedere attorno a un tavolo in un locale aperto al pubblico e ridere di Cristo in croce, senza per questo rischiare sanzioni o ritorsioni violente da parte di chi lo ritiene offensivo.
Ci siamo sudati questo diritto, quindi sfruttiamolo! Il 5 febbraio sediamoci in tanti attorno a quel tavolo e ridiamo senza timore!