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Il nuovo paradosso di Galileo

Scelto un francescano per spiegare l'etica nel nuovo mondo informatizzato

by Bee
10/05/2019
in News, Non solo particole

Padova, dal 6 al 12 maggio: sono i giorni del Galileo Festival, appuntamento annuale dedicato alla scienza e alla tecnica attraverso visite guidate e conferenze.

Venerdì 10, sala Rossini del Caffè Pedrocchi, ore 16:30. Padre Paolo Benanti – docente di Etica della tecnologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma – risponde alle domande di Gabriele Beccaria – giornalista de La Stampa e responsabile dell’inserto Tuttoscienze – in merito a “l’etica delle tecnologie”.

Giornalista che ci tiene a non mettere in secondo piano la formazione teologica del docente, che infatti non chiama mai “professor Benanti” ma sempre e solo “padre Benanti”.

Il discorso è interessante e di indubbia importanza nella nuova realtà che le tecnologie informatiche stanno rapidamente delineando, ma lo spettro del cattolicesimo è sempre in agguato tra le righe, data la formazione e l’intima credenza del relatore.

Ad esempio quando parla di un nuovo algoritmo sviluppato di recente all’università di Stanford per aiutare le donne che ricorrono alla procreazione assistita, in grado di compiere milioni di complicatissimi calcoli su centinaia di microscopici embrioni umani per poter scegliere quello con maggiori probabilità di impiantarsi, parla del “disagio” che a suo parere l’essere umano non può non provare di fronte alla macchina che sceglie quali embrioni tenere e quali scartare solamente in base a calcoli matematici. Disagio che forse non avrebbe un laico, per il quale potrebbe risultare molto più disdicevole un tecnico di laboratorio che magari decidesse di impiantare un embrione portatore di anomalie genetiche in nome di un cristianissimo e moralissimo “diritto alla vita”.

Spettro del cattolicesimo che a volte spunta energicamente dalle righe, diventando vera e propria linea guida del discorso etico di Padre Benanti, ad esempio quando paragona la serie sci-fi Westworld all’iconografia dell’Eden, o quando dichiara che la fiducia immotivata delle persone negli algoritmi che regolano il web è semplicemente la vecchia fede cristiana in versione nuovo millennio.

Spettro del cattolicesimo che si manifesta apertamente alla fine e che chiude poi l’intero intervento, quando alla domanda di un partecipante – che si definisce subito cristiano e ribadisce più volte il suo credo – sulla relazione tra etica e religione, Padre Benanti si lancia in una spiegazione che ci si potrebbe aspettare più al catechismo che a un festival intitolato a Galileo: il cristiano sa che c’è un “avvenire” oltre la vita terrena (Gesù) e che a quello deve tendere ogni sua azione, quindi concepisce l’etica nell’unico modo possibile, ovvero come regolamentazione dell’agire odierno in vista della vita futura.

L’immanente finalizzato al trascendente, non esattamente il punto di vista laico e scientifico che ci si aspetta quando si partecipa a un certo tipo di eventi!

Tags: cattolicesimoconferenzeeticaGalileo FestivalInformaticaPadova
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Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.

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