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We LAIC books… even AT HOME – parte 2

by Bee
31/03/2020
in Eventi, Libri

La seconda graphic novel che avrebbe alimentato il nostro dibattito dal vivo è “… e noi dove eravamo?” di Silvia Ziche.

Ziche ha passato mezza vita a disegnare strisce velatamente femministe su Linus o sulla Smemoranda, un’altra mezza a dare spazio alle papere sulle pagine di Topolino, e gli ultimi tempi ad allietare le lettrici di Donna Moderna con le vignette di Lucrezia – ad oggi protagonista di ormai mezza dozzina di albi e graphic novel (ricordate? Le tre donne di questo We LAIC books avevano in comune l’essere nate come personaggi secondari ed essersi guadagnate il posto d’onore).

Lucrezia è il perfetto simbolo delle contraddizioni che caratterizzano il “ruolo della donna” nel nuovo millennio: vuole essere emancipata ma cerca sempre il principe azzurro, non vuole sottostare ai canoni estetici ma sta attenta alle calorie, è forte ma non vuole sembrare carogna, è consapevole dei diritti che deve pretendere ma non lo fa a voce troppo alta per non perdere quelli che ha… e per questo è incasinata, insicura, insoddisfatta, preoccupata, complessata, del tutto inconsapevole di dove stia andando la propria vita.

Ed è proprio durante uno dei tanti momenti di sconforto che le prendono quando pensa a chi è, e in che mondo vive, che inizia “… e noi dove eravamo?”.

Lucrezia è lì seduta, sta elencando tutte le storture della società e sospira: “adesso che non funziona più niente ci dicono che a salvare il mondo dobbiamo essere noi donne”, quando appare la pro-pro-pro-pro-prozia Camilla a redarguirla: “andando indietro nel tempo non troverai un periodo storico in cui avresti potuto stare meglio di adesso… quindi niente recriminazioni, non sarebbe giusto nei confronti delle tue antenate, che avrebbero avuto tutti i motivi per lamentarsi, ma non potevano perché non era loro permesso”.

E la porta con sé in un viaggio a ritroso, dagli inizi del ‘900 fino alla preistoria, per mostrarle le condizioni di vita delle donne che l’hanno preceduta. Non eroine, premi Nobel, grandi e illustri nomi le cui biografie fanno sognare le bambine ribelli e fanno guadagnare le case editrici “pinkwashed”, ma donne normali, donne qualunque.

Mogli, madri, sognatrici recluse, ambiziose frustrate, artiste in incognito, pazienti mal curate, lavoratrici mal pagate, rivoluzionarie inascoltate, erboriste bruciate, fino ad arrivare a Luh, che vive in una caverna ed è venerata come una dea. Ma quando il suo compagno capisce una cosa, il corso della storia prende la direzione che oggi tutti conosciamo.

Vi lascio il piacere di leggere il libro per scoprire COSA scopre il compagno di Luh.

Vi assicuro che sarà un piacere, perché la storia è scritta con lo stile scanzonato e sarcastico che contraddistingue Ziche. Ma vi assicuro che sarà anche uno studio serio della storia, perché quelle che sembrano vignette “da ridere” in realtà sono trasposizioni ironiche di idee realmente circolate. Quando il padre urla alla figlia di non leggere, perché le viene la clorosi, non è una battuta. Era una convinzione medica dell’epoca. Quando zia Camilla mostra Darwin che dice “la selezione naturale privilegia l’uomo perché è superiore alla donna”, non è una battuta. È esattamente quello che ha detto. Tutte le citazioni di filosofi, medici, politici, scrittori, pensatori e santi a cui fa riferimento l’autrice sono state dette davvero.

Nel suo essere leggero e scanzonato, questo volume fa un’analisi spietata della pervicacia maschile nel voler mantenere sottomesse le donne. Sempre, con ogni scusa possibile, con ogni mezzo possibile. “Un’abitudine”, come dice Camilla, “che ha sempre fatto sembrare normale una storia popolata solo di uomini e che per un tempo troppo lungo ci ha impedito di chiederci dove fossero finite le donne”.

Un’abitudine che sta a noi perdere. “Uomini e donne insieme”.

Ora lascio la parola a voi, perché sono moltissimi i temi che un libro simile può ispirare e sono curiosa di sentire cosa vi fa venire in mente.

Ma tornerò per presentarvi la terza protagonista del nostro trittico, Valentina, e per fare con voi un giochino in stile “Indovina Chi?”.

A presto!

Tags: #iorestoacasacoronavirusdirittidiscriminazionedonnegraphic novellibri
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